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Il percorso formativo si pone come obbiettivi principali: sviluppo della capacità e del potenziale creativo individuale, l’ascolto e la disponibilità verso l’altro-gli
altri, lo sviluppo del senso di appartenenza ad una squadra o gruppo, il
miglioramento delle dinamiche collettive. Tutto ciò spostando decisamente il lavoro su quello che sono le vostre esperienze artistiche e di palco.

Caratteristiche della formazione: La formazione è messa in atto, attraverso un’attività dinamica, partecipativa e interattiva di tutto il gruppo ed alterna momenti pratici a brevi momenti teorici di analisi del lavoro svolto e di spiegazione degli obbiettivi . Il lavoro è centrato su divertenti esercizi e semplici strutture di improvvisazione (games) che permettono al singolo partecipante di misurarsi progressivamente con le proprie difficoltà e possibilità creative e al gruppo di sviluppare sempre di più le dinamiche richieste per giungere a quello che è l’essenza dell’arte improvvisativa: la creazione. L’uso dell’improvvisazione non è qui inteso solo come momento di studio e di ricerca ma si pone come obbiettivo quello di mettere in grado ogni partecipante (singolo o gruppo) di improvvisare sulle tematiche richieste. A tal fine vengono valorizzati i meccanismi di flessibilità, adattabilità alle situazioni, ascolto dell’altro sia esso il “compagno di squadra” o l’eventuale spettatore dell’evento. Utilizzeremo il termine di “giocattore” tipico delle competizioni mondiali d’improvvisazione per definire i partecipanti al percorso formativo.
Si tratta di una giocosa fusione teatral-sportiva tra i termini di “attore” e quello di “giocatori”. Mi preme anche sottolineare che in altre lingue a noi vicine (francese, inglese, tedesco ecc.) il verbo “giocare” ha il doppio significato di recitare e giocare.

Tappe del percorso formativo: Il lavoro che vi propongo si articola sostanzialmente in tre fasi ovviamente adattabili in base alle esigenze e alle risposte dei partecipanti:
a) Stimolo dei meccanismi creativi
Viene proposto un lavoro di ricerca, di stimolo e di esplorazione dei processi creativi di ogni partecipante in modo da spostare idealmente la propria condizione di attore e quella di giocattore/autore.

b) Creazione collettiva
In questa fase vengono analizzate le regole ed i procedimenti che favoriscono, attraverso l’ascolto e la disponibilità verso l’altro, l’interazione e l’improvvisazione tra due e più giocattori.

c) Improvvisazione
Nella fase finale del lavoro, le capacità creative individuali e la disponibilità verso gli altri attori vengono messe al servizio della creazione di una struttura globale e di uno sviluppo narrativo dell’improvvisazione.
In quest’ultima fase l’attore non è più solo giocattore/autore/regista di se stesso, ma indirizza questa funzione a tutto il gruppo.

L’improvvisazione come attività naturale dell’uomo: Tutta la nostra vita è per la maggior parte centrata sull’improvvisazione, cioè sulla capacità di saper reagire all’istante agli stimoli provenenti dall’esterno e questo non solo per gli eventi fortuiti ma anche nel caso di un’ attività programmata come ad esempio quella spettacolare dove, all’interno e nel contesto di obbiettivi e strutture definite, il singolo individuo deve poter metter all’opera la propria capacità-creatività individuale.

L’improvvisazione come gioco e apprendimento: Come anche avviene (o dovrebbe avvenire) nello sport l’improvvisazione è un’attività che, sia nel momento di studio-apprendimento che in quello della rappresentazione, ha alla base il gioco e il divertimento concepiti come elementi indispensabili sia per la soddisfazione dell’individuo e del gruppo che buon come garanzia per un risultato
finale. L’idea che l’educazione e la formazione debbano essere strumenti coercitivi o di sofferenza speriamo sia ormai definitivamente consegnata al passato.

Massimo Ceccovecchi Attore, improvvisatore, cabarettista e clown-dottore. Inizia ad improvvisare a Firenze nel 1990 con la Lega Italiana d’Improvvisazione Teatrale. Ha appreso le tecniche dell’improvvisazione e della clown terapia da insegnanti nazionali ed internazionali. Nel 1994 costituisce il gruppo Art.21 e con l’improvvisazione vince i maggiori festival nazionali di cabaret. Dal 2000 e docente e formatore per la scuola nazionale Improteatro dove insegna nelle citta di Roma, Lecce, Napoli, Civitavecchia, Latina e nelle altre città dell’associazione (sono 28 in tutta Italia). Nel 2003 ha aperto la prima scuola italiana d’improvvisazione teatrale per alunni delle scuole elementari presso la cooperativa Insime per fare. Inoltre ha insegnato nelle università di Benevento e Lecce. Ha all’attivo oltre 1200 spettacoli tra teatri, piazze, locali, convention e teatro d’impresa. Organizza e gestisce corsi di formazione aziendale ed ha collaborato, tra gli altri con Wind, Telecom, Vodafone, Coca Cola, Bnl e molte altre. Nel 2008 insieme ad altri colleghi costituisce la compagnia QFC specializzata in spettacoli di long form.Come clown-dottore ha fondato l’associazione Magicaburla Onlus ed ha partecipato a molte missioni umanitarie all’estero e in Italia tra cui la Bielorussia il Burkina Faso e all’Aquila durante il terremoto. Detiene inoltre un piccolo record, un suo intervento d’improvvisazione in Tv è stato ritrasmesso il giorno dopo da Striscia la notizia, Rai 2 e Blob come momento più divertente e visto della sera precedente. Ha portato l’improvvisazione in Tv al Maurizio Costanzo, Buona Domenica e con il duo Verba Volant (con Tiziano Storti) è arrivato in finale nella stagione 2011 di Italia’s got Talent sulle reti Mediaset. E’ specializzato nella velocità di esecuzione, nell’improvvisazione comica e nei personaggi folli ed emotivamente instabili.