To play. Recitare è un gioco. In molte lingue del mondo infatti le parole recitare e giocare sono sinonimi. Il mio percorso parte da questo aspetto, giocare insieme, immergerci nella storia, credendo noi per primi a quello che stiamo facendo. Quando recitiamo dobbiamo giocare ad essere quel personaggio, come quando da bambini dicevamo “facciamo che io ero…” ed iniziavamo a giocare tutti insieme.
Il gioco funziona da sprone ad agire, giocando col proprio corpo, la propria voce e giocando soprattutto con gli altri emerge la spontaneità, che a sua volta sprigiona la libertà individuale di esprimersi senza l’ossesso dell’approvazione degli altri.
In tutto questo gioco dobbiamo saper rispettare i tempi. I tempi dei testi, della comicità, degli altri attori, delle entrate e delle uscite, della musica. Il tempo scandisce il nostro gioco.
Ma soprattutto dobbiamo ascoltare. Dobbiamo sviluppare un ottimo ascolto con gli altri, se io ascolterò il mio compagno di scena non sbaglierò mai la mia battuta, anche se la dimenticassi avrò comunque ascoltato quello che ha detto e risponderò a senso.
Nel nostro percorso insieme partiremo da questi tre aspetti: gioco, tempo e ascolto, attraverso esercizi, attività e testi e svilupperemo insieme tante altre qualità proprie della recitazione. Riempiremo insieme il vostro bagaglio personale da utilizzare sul palco o davanti alla macchina da presa.
Quanto alti sarebbero gli slanci dei novizi se qualcuno li esortasse, se qualcuno li infiammasse?
Seneca