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Il monologo

Recitare è una cosa da bambini, monologare un atto di maturità. (V. Gassman)

Il monologo, (dal greco μόνος, “solo”, e λόγος, “discorso”) è la forma espressiva più alta in ambito teatrale, poiché l’attore parla come se pensasse ad alta voce. Il prologo della tragedia greca ha spesso forma di monologo, così come è frequente all’interno della tragedia stessa e poi nella commedia nuova e nel teatro latino, comico e tragico, come anche in quello moderno, dove dà luogo a momenti di alta poesia. Bandito dal teatro verista dell’ottocentesco, ritorna in modo prepotente in tutto il teatro contemporaneo quale espediente tecnico per far penetrare gli spettatori nei meandri dei pensieri e della psicologia dei personaggi.

Se è vero che il “miracolo” dell’insegnare teatro consiste nel mettere in luce componenti insospettabili e segrete del carattere di ogni singolo interprete, educare proprio nell’accezione latina di “educere”, ovvero tirare fuori e palesare le specifiche capacità nascoste, costringendo il proprio Io ad un costante esercizio di affermazione e consapevolezza, il lavoro dedicato al monologo, intende sollecitare ogni giovane attore a misurarsi con il più importante ma anche “pericoloso” banco di prova. Dopo aver affrontato un percorso formativo, incentrato sull’acquisizione di tutti gli strumenti tecnico/espressivi indispensabili per poter recitare, è fondamentale aver pronti, uno o più monologhi che siano validi e validati, in quanto unici strumenti realmente necessari per affrontare il cosiddetto “mondo del lavoro”.

Il percorso proposto quindi, spaziando in tutte le epoche teatrali, affinché ciascuno possa intercettare la “parola” a lui maggiormente congeniale e affine alla propria capacità interpretativa e contemporaneamente ampliare la conoscenza delle opere del patrimonio teatrale, si prefigge il doppio obiettivo di impadronirsi di quel “portafoglio interpretativo” maturo e vincente nella restituzione dei mondi proposti, espandendo così il proprio bagaglio di nuovo materiale ricco e sicuro, e nel contempo di acquisire strumenti utili per essere in grado di riuscire a preparare un’audizione proficua anche in maniera autonoma e soprattutto efficace.

Adriano Evangelisti

Attore e regista romano, debutta poco più che ventenne in teatro nel ruolo di Georges Hugon nello spettacolo Nanà curato da Roberto Lerici e Tinto Brass nella stagione 1989/90, dopo aver conseguito il diploma “Attore di Prosa – Creatore nell’Ambito della Recitazione” rilasciato dal Corso Professionale Teatro di Roma – Assessorato Istruzione Professionale Regione Lazio, nel 1987.

In seguito, in qualità di interprete, è diretto dai più importanti registi italiani tra i quali Sandro Sequi, Patrick Rossi Gastaldi, Gabriele Lavia, Giuseppe Patroni Griffi, Roberto Guicciardini, Gianfranco De Bosio, Gino Landi, Vincenzo Salemme, Pino Micol; a fianco, tra gli altri, di Umberto Orsini, Franco Branciaroli, Daniele Liotti, Sabrina Impacciatore, Nando Gazzolo, Mario Scaccia, Sebastiano Lo Monaco, Fabio Canino, Daniele Pecci, Rossella Falk, Maurizio Micheli, Barbara D’Urso, Sandra Milo, Maria Laura Baccarini, Maddalena Crippa, Vanessa Gravina, Marco Columbro, Paola Quattrini ed Enzo Garinei.

Nel 2000 si aggiudica il premio OSCAR DEI GIOVANI 2000 promosso dal Comune di Roma, come MIGLIORE ATTOR GIOVANE EMERGENTE.

In TV ha interpretato il ruolo di Domenico Sala nella soap-opera Vivere, e ha preso parte a numerose fiction tra cui: Sottocasa, La Squadra, Un Medico in Famiglia, Camici Bianchi, Il Paradiso delle Signore. Per RaiTre è stato inviato della trasmissione Bellezze del Lazio, per RaiEducational è tra i protagonisti della 2°, 3° e 4° serie della docufiction Diario di Famiglia.

Diretto da Judith Malina con il LIVING THEATRE di N.Y. nel 2007 è protagonista della performance La Guerra Di Piero di Fernanda Pivano.

Nel 2013 è il protagonista del cortometraggio La Bouillabaisse che vince il 48HourFilmProject Italia e successivamente il Primo Premio al contest mondiale Filmmakers World-Wide a New Orleans.

Dal 2011 inizia ad occuparsi dell’ideazione e della regia di alcuni spettacoli, tra cui: Incontrando Didone elaborazione drammaturgica del IV libro dell’Eneide (2011); Un’infanzia tratto dall’omonimo racconto di Susanna Tamaro (2012) di cui ha curato anche la trasposizione teatrale, che è pubblicata nella collana VandA.ePublishing On Stage; Malpelo. liberamente ispirato all’omonima novella di Giovanni Verga (2013); Letizia va alla guerra – la suora, la sposa, la puttana, scritto da Agnese Fallongo (2016); Welcome To Pasolinia – non tutto è risolto di Paolo Alessandri (2020).

Dal 2013 è Direttore Artistico del progetto THEATRON – Teatro Antico alla Sapienza dell’Università LA SAPIENZA di Roma, per la quale ha ideato e diretto la messa in scena degli spettacoli: le tragedie Agamennone di Eschilo (2014), Troiane di Euripide (2015), Ippolito – portatore di Corona di Euripide (2016), la commedia di Aristofane Tesmoforiazuse (2017), le tragedie Coefore di Eschilo (2018), Eumenidi di Eschilo (2019), la versione on line di Agamennone di Eschilo (2020), la commedia Nuvole di Aristofane (2021), la tragedia Elena di Euripide (2022) e Filottette di Sofocle (prima prevista ottobre 2023).

In radio ha condotto la trasmissione Ci siamo anche noi in onda su RadioUno ed interpretato numerosi sceneggiati per RadioDue. Collabora come speaker per Radio Vaticana Italia nella trasmissione Orizzonti Cristiani, e per la rubrica Dalla pagina al Microfono è stato protagonista dei romanzi: Washington Square, Eugen Onegin, Lancillotto e Ginevra, L’età dell’innocenza. 

Unitamente alla carriera di attore si dedica da oltre venticinque anni ad attività didattiche per la formazione e l’avviamento al teatro, dirigendo stage e laboratori intensivi di recitazione, preparando aspiranti attori ed attori professionisti con una intensa attività di pedagogia teatrale e di acting coach.